Sesso, droga e... filtri antispam!

Una recente discussione sul TagliaBlog, a proposito dei filtri antispam e dell'uso di parole osè, mi ha spinto a fare una prova sul campo.

Ho così deciso di scrivere ad una ventina di account di prova distribuiti sui fornitori di caselle email più utilizzati dagli italiani, 5 email testuali, molto semplici con piccole variazioni contenutistiche.

Le email sono state inviate usando il servizio SMTP di NGI (il mio provider di casa) a partire da un mio storico indirizzo email personale.

Riporto di seguito le 5 email inviate. 2 non contengono alcuna parola "incriminata" mentre le altre tre contengono una manciata di parole che volevo "testare": la prima in italiano, la seconda con le rispettive traduzioni inglesi, la terza parole riguardanti tecniche più o meno intrusive di "potenziamento sessuale"

Un primo messaggio normale:

Un secondo messaggio con qualche parola modificata (spiegherò poi il perchè):

Un messaggio con qualche parola italiana più "compromettente"

Lo stesso messaggio con le parole chiave in lingua inglese:

L'ultimo riguardante qualche noto medicinale ed altro:

A. Innanzitutto, tutti i provider coinvolti nel test hanno ricevuto le prime 4 email, mentre la quinta non è stata ricevuta da @alice.it, @virgilio.it, @poste.it, @infinito.it, @jumpy.it.

In alcuni casi estremi, è noto che i provider cancellino la posta ricevuta senza che mittente o destinatario ne vengano messi a conoscenza, ma si tratta di soluzioni adottate tipicamente in presenza di grossi volumi di email e reputazione scadente.

B. Un solo provider, @yahoo.it, ha effettuato distinzioni nella scelta della casella (spam o posta in arrivo) per le prima 4 email ma "sorprendentemente" ha messo in spam quella contenente "sex" e quella contenente "indirizzi" mentre quella contenente "sesso" è stata consegnata nella posta in arrivo!

Questo conferma che l'uso di parole italiane relative al sesso non penalizza in maniera sostanziale la deliverability di un messaggio verso tutti i provider testati.

C. @libero.it, @gmx.it, @yahoo.it, @aol.it e @excite.it hanno segnato come "posta indesiderata" l'ultimo messaggio.

E' importante tenere in considerazione che i filtri antispam moderni adottano sempre tecniche composite per stabilire se considerare un messaggio indesiderato o meno, ma credo sia comunque interessante vedere che solo l'utilizzo di alcune specifiche parole ha influito abbastanza pesantemente sulla consegnabilità del messaggio.

D. La casella di casa Microsoft, @live.it, non ha fatto alcuna distinzione inserendo tutti e 5 i messaggi nella posta indesiderata.

Hotmail pone forti limitazioni alle email provenienti da provider che non supportano alcun metodo di autenticazione (SenderId, SPF, DKIM) e i cui mittenti non sono nelle rubriche dei propri utenti.

E. Tutti gli altri provider (@libero.it, @alice.it, @virgilio.it, @poste.it, @email.it, @lycos.com, @dada.it, @interfree.it, @ngi.it, @operamail.com, @gmail.it, @gmx.it, @aol.it, @excite.it, @tiscali.it, @infinito.it, @jumpy.it) hanno ricevuto i primi 4 messaggi nella casella di posta in arrivo, senza batter ciglio.

Mi ha sorpreso notare come Yahoo sia stato il più sensibile ai contenuti, considerando che è stato sempre uno dei primi provider ad adottare tecniche di controllo della reputazione del mittente (del suo IP prima, del dominio poi).

La conclusione rimane la solita: createvi alcuni account, almeno sui provider più importanti, così da poter testare le vostre email prima di inviarle a tutti.

Ecco la tabella completa: