La reputazione per gli ISP (internet service provider) è una misura complessiva di quanto i destinatari siano reattivi alle vostre email. Gli ISP, inoltre, controllano quante delle email inviate a loro sono valide. Qualunque cosa l'ISP possa misurare per distiguere un messaggio "buono" da uno "cattivo" è usato nel calcolo della reputazione.
Di seguito riportiamo le metriche principali usate dagli ISP.
Tasso di indirizzi invalidi
Gli ISP conteggiano quante email da un particolare indirizzo IP sono destinate ad indirizzi inesistenti. Il fatto che un mittente invii in maniera massiva ad indirizzi che non esistono (550 user unknown) è una indicazione che la metodologia utilizzata per raccogliere indirizzi email non è delle migliori. Un mittente responsabile si troverà occasionalmente ad usare indirizzi inesistenti, tipo errori di digitazione o caselle di posta scadute o abbandonate, ma la percentuale di questi confrontati al totale delle email inviate sarà sempre bassa.
Bassa quanto? Alcuni "dati pubblici" suggeriscono che i problemi si riscontrano a partire da tassi del 10% di caselle inesistenti ma le conversazioni con i dipendenti degli ISP riportano che anche percentuali molto minori vengono considerate come un campanello d'allarme.
Per calcolare il bounce rate gli ISP prendono il numero totale di indirizzi inesistenti "colpiti" e lo dividono per il numero di indirizzi funzionanti raggiunti da un particolare mittente. Tassi superiori al 10% possono autonomamente causare notevoli problemi di consegna, mentre tassi inferiori al 10% possono comunque contribuire a impoverire la deliverability a causa della creazione di una peggiore reputazione.
Spamtraps
Gli ISP pongono molta attenzione a quanti messaggi vengono consegnati nelle caselle "trappola" (spamtraps). Le caselle trappola sono normalmente vecchi indirizzi abbandonati o indirizzi che non sono mai esistiti. La ricezione di un messaggio in una spamtrap dice all'ISP che il mittente sta utilizzando indirizzi per i quali non ha ottenuto il consenso all'invio di posta elettronica (opt-in). Se molti degli indirizzi ai quali un mittente scrive fanno parte di queste caselle è probabile che anche altri indirizzi ai quali scrive lo stesso mittente non abbiano fornito un consenso.
Le spamtrap, a differenza delle email sconosciute, vengono più spesso considerate nel loro numero assoluto e non come percentuale degli indirizzi coinvolti da un certo mittente. Una singola spamtrap in una lista può danneggiare notevolmente il tasso di consegna. Secondo uno studio effettuato da ReturnPath liste che includono una singola spamtrap avrebbero un tasso di consegna circa il 20% peggiore rispetto a liste pulite.
Clic su "Marca come spam" (FBL)
Le lamentele degli utenti sono pesantemente utilizzate dagli ISP. Queste segnalazioni dicono all'ISP esattamente quanti utenti stiano rifiutando le email provenienti da un determinato mittente. In questo caso il consenso viene tolto dall'equazione. Anche se il mittente ha avuto il consenso per poter spedire un determinato messaggio, il destinatario può ancora dire "no, questa non la voglio, è spam". L'ISP considera più attendibile quello che gli viene detto dal destinatario (proprio cliente) rispetto a quello che viene detto dal mittente. Ecco le parole di un ISP:
Il cliente ha sempre ragione. Secondo me, non esiste possibilità di "abuso del marca come spam". Più feedback otteniamo meglio è. Il nostro lavoro è quello di tenere lo stato delle caselle dei nostri clienti nel modo in cui loro le vogliono. Più ci viene detto cosa vogliono e cosa non vogliono più chiara sarà l'idea che possiamo farci su chi stia spedendo messaggi non voluti. Quindi direi che il "marca come spam" cambia il nostro modo di lavorare nel senso che ci permette di fare il nostro lavoro.
Potrebbe far si che il nostro lavoro evolva in ricerche più dettagliate sulle preferenze degli utenti e cosa fare con la posta "rifiutata" ma non vediamo questo come un problema.
Solo perchè qualche "marketer" non è contento perchè noi consideriamo l'opinione dei nostri clienti più importante della sua non significa che abbiamo un problema da risolvere per quello che ci riguarda. Noi siamo qui per servire i nostri utenti non loro. Loro possono decidere se spedire email a persone che non le marcheranno come spam oppure noi le sposteremo nella cartella della posta indesiderata. In ogni caso è improbabile che facciano molti soldi insistendo a mandare email a destinatari che considerano i loro messaggi spam.
Affidarsi al feedback dei destinatari è una cosa positiva. Gli ISP ottengono così una misura diretta di cosa i destinatari pensano, senza doversi preoccupare di riconoscere ogni meccanismo di offuscamento/circuizione utilizzato dai mittenti meno etici.
La percentuale dei reclami viene misurata dividendo il numero di clic su "marca come spam" per il numero totale di email ricevute. Percentuali inferiori allo 0.3% risultano solitamente in un buon tasso di consegna, in funzione delle altre metrice. Percentuali oltre l'1% portano ad una consegna più scarsa anche in presenza di altre metriche positive.
Pulsante "non è spam"
Questo misura il numero di volte in cui gli utenti hanno recuperato dalla cartella "posta indesiderata" un messaggio che invece intendevano ricevere segnalando all'ISP che non si trattava di spam. Questi clic sono vitali nel calcolo del punteggio di reputazione. Se i destinatari non si preoccupano che le vostre email che finiscono nella cartella spam allora l'ISP presume che i messaggi non sono necessariamente richiesti dal destinatario.
Gli ISP calcolano questa metrica in maniera piuttosto eterogenea e non c'è una formula standard per questo dato.
L'ingrediente segreto
L'ingrediente segreto è ciò che distingue un processo di filtraggio di un ISP da quello di un altro. Le metriche precedenti sono tutte state confermate come usate dai principali ISP. Credo che alcuni ISP misurino anche altri dati, come i clic sui link presenti nei messaggi o altri dati che non sveleranno se non all'interno di una riunione tecnica interna.
L'ingrediente segreto è anche il modo in cui le metriche precedenti vengono pesate e combinate: e.g: un clic sul "marca come spam" non è considerato allo stesso modo di un clic su un "non è spam". Quanta importanza hanno i reclami degli utenti rispetto alle consegne in caselle sconosciute? Quanto sono vitali le spamtrap?
Alcuni ISP potrebbero aver identificato gruppi di "utenti fidati", con un passato di segnalazioni accurate, i cui reclami vengono presi in maggior considerazione rispetto agli altri clienti.
La buona notizia è che, ad eccezione dell'ingrediente segreto, tutti gli altri fattori sono verificabili da parte del mittente e quindi i mittenti possono adeguarsi e modificare le proprie metodologie così da migliorare reputazione e deliverability.
Tradotto dall'articolo di Laura Atkins: Reputation as measured by the ISPs
PS: Esistono alcuni servizi che gestiscono la reputazione per numerosi ISP. Molti permettono anche di verificare la reputazione di un determinato IP o dominio.
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